Ricaldone, piccolo comune in provincia di Alessandria, dove il cantautore Luigi Tenco visse i primi 10 anni della sua vita, perse la vita tragicamente a Sanremo e poi a Ricaldone tornò per esservi sepolto.
Una terra dalle dolci colline, che fanno parte di quel magnifico territorio chiamato Monferrato, che parte dalla zona di Casale Monferrato, si propaga verso Asti, ma anche nell’alessandrino, sino ad Acqui Terme e Ovada, e che nella sua ramificazione astigiana prosegue fino alle Langhe e al Roero, in un susseguirsi di magnifiche terre diverse, da quella quasi argillosa del Grignolino a quella terra così bianca e farinosa del Barolo, dove il vino diventa forte e corposo come in nessun altro luogo del Piemonte.
In tutta questa zona , i cui vigneti costituiscono una parte fondamentale del paesaggio, anche in virtù di una felice combinazione di caratteristiche climatiche e del suolo che favoriscono la coltivazione di diverse qualità di uve, la più diffusa è, senza dubbio, il Moscato.
Infatti è proprio il Moscato che, come un filo rosso, unisce tutta questa infinita catena di colline.
È praticamente l’unico vitigno che troveremo tanto accanto al dolcetto di Ovada quanto al Nebbiolo langarolo, tanto accanto al Barbera d’Asti quanto accanto al Cortese di Gavi. E, naturalmente, fra le colline bellissime di Ricaldone, dove condivide la terra con un Barbera non aggressivo, un Dolcetto delicatamente robusto e un bianco, lo Chardonnay, reso famoso proprio fra questi colli. Ma il bello è che il Moscato ha tanti volti diversi, tutti notevolissimi. Intanto sia nella sua versione più conosciuta, di uva bianca, può essere imbottigliato con tantissime “bollicine”, come piace molto soprattutto all’estero, però è buonissimo anche se imbottigliato in modo tale che sia “fermo”, cioè pochissimo frizzante, tanto da mantenere intatto e forte il proprio sapore.
In questa versione, se vinificato come si deve, assomiglia addirittura all’olio extra vergine d’oliva. Poi c’è la versione “passito”, ovvero ottenuto dall’ uva passa, liquido delizioso che accompagna magnificamente i formaggi stagionati. Esiste poi una versione rossa del moscato, considerata nel mondo contadino decisamente più “nobile”, il cosiddetto Moscato d’Amburgo: l’uva ha un sapore davvero particolare, imparagonabile per dolcezza e corposità alla normale uva da tavola.
Quando è nato mio padre, suo nonno ne ha messi due bottiglioni in una nicchia in cantina, da conservare lì per sempre, secondo un antico rito contadino.
Ecco, io oggi vi propongo un’altra possibilità di conoscere e gustare la grande versatilità di quest’uva, con la preparazione della Torta di uva Moscato!
- 500g di uva moscato
- 4 uova
- 350g di farina
- 150g di zucchero
- 100g burro
- 1 bicchiere di latte
- 1 bustina di lievito per dolci
- 1 bustina di vanillina
- Lavare e asciugare per bene l’uva
- Sbattere le uova con lo zucchero.
- Dopo averle montate unire il burro, incorporare la farina setacciata con il lievito e la vanillina.
- Continuare a lavorare il composto fino a renderlo liscio ed omogeneo. Aggiungere il latte nel caso risultasse troppo asciutta e difficile da lavorare.
- Unire al composto una parte di uva, poi versarlo in uno stampo imburrato ed infarinato e distribuire il resto dell’uva in maniera omogenea sulla superficie della torta.
- Infornare a 180° e cuocere per 40-45 minuti. Fate la prova con il coltello per vedere se l’interno è cotto, così non avrete problemi ?
Ringrazio per la gentile ed affettuosa collaborazione Papà Pier Carlo che sempre mi fa da Cicerone, quando si parla di Vino e abbinamenti con il cibo, Mamma Daniela per aver preparato con me la torta e aver assistito alla presentazione per le fotografie, Caterina e Giovanni di Ricaldone per averci gentilmente omaggiati della loro uva e vino.
[…] abbinata all’uva di cui vado ghiotta. La foodblogger artefice di questa torta di uva é Francesca del blog Maccaronireflex. Sono stata molto contenta di questo abbinamento perchè il suo blog mi è piaciuto tanto. Ho […]