Gioacchino Rossini, non solo un ottimo compositore, ma anche un amante della buona cucina, ci ha lasciato tante sue ricette, ma questa scommetto che non la conoscete. Oggi vi propongo il panettone di Rossini.
Ho scoperto questa ricetta su una rivista di cucina di Natale, A Tavola, del 2013, pubblicata da Loredana Carrieri – La cucina di mamma Loredana, anche lei food blogger e amante della lirica oltre che del buon cibo.
Dopo averla contattata e aver fatto quattro chiacchiere, ho deciso di seguire la sua ricetta di questo scenografico panettone di Rossini, più semplice di un classico panettone di Natale, più simile a un pan brioche ma con le sembianze di un panettone.
Rossini e la sua cucina
Rossini era un raffinato gastronomo: durante il soggiorno a Parigi si appassiona di cucina e, conoscendo il famoso chef Antonin Careme, diventa anche un appassionato cuoco.
Alcune ricette di Rossini sono ancora oggi famose, come i tournedos alla Rossini, una preparazione a base di foie gras e tartufo nero, che diventerà un classico dell’alta cucina.
Altrettanto famosi i maccheroni alla Rossini, la cui ricetta viene scritta sotto dettatura il 26 dicembre 1866. Lo stesso compositore precisa che per essere sicuri di poter fare dei buoni maccheroni, occorre innanzitutto avere dei tegami adeguati. “I piatti di cui io mi servo vengono da Napoli e si vendono sotto il nome di terre del Vesuvio”.
Panettone di Rossini: ricetta
Il panettone di Rossini non è come un classico panettone tradizionale, quindi non aspettatevi esattamente lo stesso sapore. La ricetta è più semplice e adatta a chi non ha mai fatto il panettone in casa ma vuole avvicinarsi alla preparazione di un grande lievitato.
Vi consiglio di provarlo per fare un dolce natalizio alternativo ma simile a un classico che non può mancare a Natale.
Panettone di Rossini
Ingredienti
- 350 g farina forte W 350 o W 400 per grandi lievitati
- 6 tuorli d'uovo
- 120 g burro
- 30 g burro per spennellare
- 100 g zucchero
- 1 limone
- 70 g canditi la ricetta originale prevede 30 g di scorza di limone candita ma io ho voluto usare i canditi di cedro e arancia tradizionali
- 1 cc estratto di vaniglia
- 25 g lievito di birra fresco
- 1/2 cc sale
Istruzioni
- Sciogliete il lievito di birra fresco in 80 ml d'acqua, insieme alla vaniglia e un cucchiaio di zucchero preso dal totale. Fate riposare 10 minuti.
- Impastate nella planetaria la farina con i tuorli, inserendone uno alla volta e attendendo che il primo sia ben assorbito prima di passare al successivo. Unite lo zucchero e il composto di acqua e lievito. Continuate a lavorare l'impasto l'impasto per 10 minuti, aggiungete poi i 120 g di burro ammorbidito. Impastate ancora per 10-15 minuti finché la pasta non si staccherà dalle pareti della planetaria.
- Adagiate l'impasto ottenuto in una ciotola, copritelo con della pellicola alimentare e lasciate lievitare per 12 ore in un luogo lontano da correnti d'aria.
- Quando saranno passate le 12 ore, inserite l'impasto lievitato in frigo e lasciatelo lì per tutta la notte, sempre coperto con la pellicola.
- La mattina seguente tirate fuori l'impasto dal frigo, lasciatelo tornare a temperatura ambiente e poi riversatelo nella planetaria. Aggiungete i canditi e la scorza di limone grattugiata e impastate per altri 15 minuti.
- Tirate fuori l'impasto dalla ciotola della planetaria, dategli una forma arrotondata e adagiatelo nello stampo da panettone (quello da 750 g). Fatelo lievitare lontano da correnti d'aria per altre 6 ore.
- Prima di infornare, spennellate il burro sciolto sulla superficie del panettone, poi infornate a 200° forno statico per 25 minuti. Trascorso questo tempo, tirate fuori dal forno, spennellate nuovamente la superficie con il burro e re infornate per altri 35 minuti a 180°.
- La superficie deve essere dorata e croccante. Se scurisse troppo in fretta copritela con un foglio di alluminio.
- Lasciate raffreddare il panettone a testa in giù, come un panettone tradizionale. E gustatelo in tutta la sua morbidezza.
Eccovi altre ricette di Natale che dovete assolutamente provare:
Dopo il non far nulla io non conosco occupazione per me più deliziosa del mangiare, mangiare come si deve, intendiamoci. L’appetito è per lo stomaco ciò che l’amore è per il cuore. Lo stomaco è il maestro di cappella che governa ed aziona la grande orchestra delle passioni. Lo stomaco vuoto rappresenta il fagotto o il piccolo flauto in cui brontola il malcontento o guaisce l’invidia; al contrario lo stomaco pieno è il triangolo del piacere oppure i cembali della gioia. Quanto all’amore, lo considero la prima donna per eccellenza, la diva che canta nel cervello cavatine di cui l’orecchio s’inebria ed il cuore viene rapito. Mangiare e amare, cantare e digerire: questi sono in verità i quattro atti di questa opera buffa che si chiama vita e che svanisce come la schiuma d’una bottiglia di champagne. Chi la lascia fuggire senza averne goduto è un pazzo.
G.Rossini
Vi aspetto sulla mia pagina Facebook Maccaroni Reflex: lì pubblico ogni giorno nuovi aggiornamenti, ricette e curiosità gastronomiche e sulla mia vita.