La grissia monferrina è un pane di pasta dura tipico delle zone del Monferrato, in Piemonte. Questo pane tradizionalmente viene preparato con una forma che ricorda vagamente due chiocciole che si uniscono.
Essendo un pane lavorato tradizionalmente a mano, spesso nelle panetterie non se ne trova uno uguale all’altro. Ci sono grissie più piccole da gustare singolarmente, grission più grandi che si gustano tutti insieme in famiglia, al centro della tavola.
L’impasto viene lavorato per formare dei filoni, che vengono poi arrotolati dai due lembi estremi, fino ad unirli. A quel punto la grissia deve lievitare, quindi rivoltata e incisa a metà, sul dorso, con un coltello affilato. Durante la cottura, i due lembi dovrebbero aprirsi dando forma ai tipici “culatin”, la parte finale e più croccante della grissia.
La grissia, conosciuta anche come monferrina, ha una crosta sottile e dorata, e una mollica molto morbida, bianca e compatta. Questa caratteristica permette al pane di essere conservato anche fino a una settimana.
La grissia di Montemagno
Pare che la grissia monferrina abbia avuto origini a Montemagno, un paese della provincia di Asti. Fino alla fine dell’ Ottocento pare ci fossero ben 5 panificatori in questa zona, con cinque forni che lavoravano a pieno regime per cuocere questo tipo di pane.
Oggi nel paese ha riaperto una panetteria che ha ripreso l’attività. La grissia ha ottenuto la PAT (riconoscimento come Patrimonio Agroalimentare Tradizionale), oltre alla De.Co. con un disciplinare che prevede un procedimento di lavorazione molto lungo che richiede tempo e manualità.
Sempre a Montemagno, per celebrare questo pane tradizionale monferrino, a maggio di ogni anno si tiene la festa Pane al pane, in cui oltre a gustare e veder preparare la grissia, sono presenti stand e bancarelle con tanti altri prodotti tipici da degustare.
Durante una delle ultime manifestazioni, l’ex assessore delle manifestazioni di Montemagno Silvana Ferraris ha spiegato che, un tempo, le estremità della grissia venivano staccate e scavate, per eliminare la mollica, e per essere utilizzate come bicchiere in cui versare il latte delle mucche. Un “culatin” di latte poteva essere un’ottima colazione sana e nutriente per iniziare al meglio la giornata.
Altri prodotti tipici piemontesi da gustare con la grissia monferrina:
- Bagna cauda: ricetta tradizionale piemontese
- Vitello tonnato alla vecchia maniera
- Flan di topinambur con fonduta e granella di nocciole
- Tomini piemontesi con pesto di fagiolini
- Caponet alessandrini
Grissia monferrina
Ingredienti
- 600 g Farina 0
- 300 g Acqua
- 15 g lievito di birra fresco
- 30 g olio evo
- 10 g sale fino
Istruzioni
- In una ciotola unite la farina, l'acqua, l'olio e il lievito di birra. Iniziate a mescolare e, quando l'impasto inizia a formarsi, aggiungete il sale. Spostatevi su un piano infarinato e impastate fino a ottenere un impasto liscio, morbido e uniforme, non appiccicoso. Copritelo quindi con un canovaccio umido, o con un contenitore, per riposare 45 minuti.
- Terminata la prima lievitazione, dividete l'impasto in 4 panetti uguali. Lavorate ciascun panetto con il mattarello, per allungarlo fino a ottenere una sfoglia lunga e stretta. Arrotolate la sfoglia ottenendo un cilindro, quindi riallungatela con il mattarello. A questo punto, arrotolate le due estremità della sfoglia verso il centro. Lasciate lievitare i panini così ottenuti, per 45 minuti.
- Terminata la seconda lievitazione, giratele e fatevi un taglio profondo al centro. Nel frattempo riscaldate il forno a 220° in modalità statica. Infornate le grissie monferrine e fate cuocere per 35 minuti circa. Le grissie dovranno aprirsi in cottura assumendo il tipico aspetto a chiocciola. Sfornate e lasciate raffreddare completamente prima di gustarle.
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