Dark Mode On / Off

Blogtour alla scoperta delle eccellenze in Piemonte

L’Associazione Castelli Aperti e l’Azienda Turistica Locale del Biellese, in collaborazione con l’Azienda di Promozione Turistica di Langhe e Roero, hanno organizzato dal 17 al 20 novembre un blog tour in Piemonte tra Biellese, Langhe e Roero e Alessandrino, per promuovere e valorizzare le eccellenze piemontesi nei settori di enogastronomia, castelli e moda.

Ho avuto la fortuna di partecipare a questo interessante blogtour, tra degustazioni di prodotti tipici delle diverse province e dei pregiati vini piemontesi, visite e pernottamento in eleganti castelli da sogno, insieme a quattro travel blogger specializzati in turismo: Gianluca di Viaggia e Scopri,  Francesca di Fraintesa, Valentina di Diario in viaggio, Barbara di Tangibiliemozioni.

Tre giorni (e mezzo) intensi, ricchi di  cultura, tradizione e innovazione, in un viaggio alla scoperta del buon cibo e buon vino, ma non solo: una continua esperienza sensoriale tra posti incantevoli da vedere, profumi e sapori da scoprire, tutto questo e molto altro sotto l’ hashtag: #eccellenzainpiemonte.

Il Castello di Tagliolo Monferrato

Il tour ha inizio giovedì 17 Novembre con la partenza da Alessandria, destinazione Monferrato, per la precisione Tagliolo.
Siamo ospiti del Marchese Pinelli Gentile presso il Castello di Tagliolo che ci offre un pranzo degustazione  e la successiva visita alle cantine e di una parte del castello.


Questo è infatti l’unico castello, nell’Ovadese, ad aver mantenuto i vigneti e una cantina funzionante dove al suo interno avviene il completo processo di vinificazione, fino all’imbottigliamento.

Particolarmente interessante L’In…chino, un vino aromatizzato che nasce come un dolcetto, poi lasciato fermentare insieme ad una miscela di erbe per sessanta giorni all’interno di botti di rovere francese. Perfetto da accompagnare dolci al cioccolato o il classico bonet.

A caccia di tartufi con il trifulao

Il pomeriggio prosegue con una dimostrazione di ricerca del tartufo nei boschi di Lerma (AL) con il trifulao e proprietario della Cascina Burroni, insieme al suo fido cane da cerca Yuma. L’escursione, che avviene sempre nel tardo pomeriggio o nelle ore notturne, è un’occasione unica per osservare il rapporto stretto tra cane e padrone durante la ricerca del pregiato tartufo bianco. E che esperienza unica vedere Yuma trovarne uno, scavare fino a dissotterrarlo e sentirsi sprigionare quell’inconfondibile profumo..

È ormai buio quando visitiamo il Castello di Morsasco,a pochi chilometri da Acqui Terme. L’umidità è tanta e la visibilità poca, ahimè.
In quelli che sono i vecchi granai del castello possiamo vedere una ricca collezione di utensili da cucina e non: caffettiere, lampade, macchine a manovella per stendere la pasta. Una meraviglia per gli occhi!
E a conclusione della visita, ci aspetta un bicchiere di Brachetto e una fetta di torta di mele, in una tavola elegantemente apparecchiata e due chiacchiere prima di ripartire, verso il Castello di Bubbio.

Pollone e il Lanificio Piacenza

Ed è proprio da Bubbio (AT) che ripartiamo, la mattina seguente, per spostarci nel biellese e visitare il Lanificio Piacenza di Pollone.
Pollone è un elegante località posta sulle prime colline alle porte di Biella, terra di lanaioli fin dal Seicento. Dopo aver sviluppato il senso dell’ olfatto e del gusto nella nostra prima giornata di tour, nella degustazione di vini e il profumo del tartufo appena uscito dalla terra, un nuovo senso viene stimolato in questo viaggio alla scoperta di un’eccellenza in Piemonte: il tatto. Possiamo infatti toccare i vari campioni di lana, conoscerne le differenze, studiare i vari passaggi di lavorazione delle lane fino alla creazione dei tessuti.

Il pranzo ci aspetta al ristorante Il Faggio, poco distante dal lanificio, dove l’ingrediente comune è l’eccellenza di prodotti scelti secondo stagione: più che un semplice pranzo, un’altra esperienza sensoriale e una continua sorpresa, tra foglie di fassone e mousse di sedano rapa, ravioli di polenta concia con tartufo nero, variazione d’anatra con salsa di ciliegie sciroppate, uovo in camicia impanato su letto di toma maccagno. Indimenticabile.

Nel pomeriggio ci trasferiamo a Biella Piazzo, dove visitiamo Palazzo La Marmora, dei marchesi Ferrero de La Marmora e rimaniamo affascinati dal giardino d’inverno, dalle varie sale con soffitti affrescati e carta da parati coloratissima, motivi floreali e animali fantastici. L’ampio giardino è invece immerso in una nebbia fitta, possiamo solo immaginare la vista sull’intera città.La giornata prosegue con la visita al Castello di Montecavallo: è ormai buio e non possiamo godere a pieno della bellezza di questo luogo. Apprezziamo comunque la visita notturna alle vecchie e nuove cantine e alla storia dei proprietari del castello: gli Avogadro.

L’ultima tappa è Castellengo, frazione di Cossato, dove visitiamo e ceniamo nel castello per poi separarci tra le stanze della residenza d’epoca e l’agriturismo antistante, La Carosera.  Il castello di Castellengo,arroccato su una collina, è immerso nel verde, lontano dal trambusto della città. La Carosera, situato nell’antico borgo del castello, è un B&B agrituristico di quattro camere, arredate in stile shabby chic e molto accoglienti. È stato un piacere potersi ritirare in una di queste stanze, alla fine della lunga giornata e godersi il calore e l’accoglienza di un letto a baldacchino.

La mattina seguente siamo pronti per ripartire: giusto il tempo di fare alcune foto esterne al castello, anche se la nebbia che ci accompagna dal primo giorno non intende andarsene. Possiamo però notare come i lavori siano ancora tanti; il Castello è infatti in corso di ristrutturazione dopo che nuovi proprietari l’hanno acquistato attorno agli anni ’80. Non è visitabile, ma è possibile richiedere la location per eventi.

Ci spostiamo nelle Langhe e Roero, le cui colline sono coperte da distese di vigneti diventati Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Le cantine sono tante, grandi e piccole, di tradizione di  tante famiglie. La produzione di grandiosi vini è conosciuta in tutto il mondo: sto parlando del Barolo, del Barbaresco, Nebbiolo, Barbera, Dolcetto, Arneis.
E non si può parlare solo di vino. Le eccellenze di questa ricca zona del Piemonte comprendono anche il tartufo (tanto da farne una Fiera Internazionale ad Alba della durata di quasi due mesi), i paesaggi collinari, i castelli e i tanti piatti della tradizione di contadini e nonne, diventati prelibatezze ricercate nei ristoranti della zona.

Govone: il Castello Reale e il Magico Paese di Natale

Ma prima di soffermarci su vini e tartufi, ci viene offerto un assaggio di Natale: la prima tappa è infatti Govone e Il Magico Paese di Natale, oggi alla sua decima edizione. Una vera e propria sorpresa per una come me, amante dell’atmosfera natalizia e della magia che si respira fin da fine Novembre per le vie della città. Molto rilassante e gioioso vedere i primi mercatini prendere vita, per poi spostarci nel Castello Reale di Govone dove assistiamo al musical del Magico Paese di Natale, sotto la regia di Vincenzo Santagata.Successivamente ad una breve visita del Castello reale, ci trasferiamo al castello di Magliano Alfieri: li ci aspetta un pranzo ricco presso il Ristorante del Castello di Magliano, Alla Corte degli Alfieri.

Barbaresco e la sua torre

Nel pomeriggio visitiamo la Torre di Barbaresco con il suo Museo dedicato al Prof. Cavazza, padre di questo straordinario vino, figlio del Nebbiolo. La prima sensazione è quella di vertigini, ma arrivati sulla cima della torre, con questo paesaggio di Langhe e Roero intorno, c’è da perdere il fiato. Infine nella sala dei cinque sensi ci concediamo un assaggio di Barbaresco, prima di ripartire verso Alba.

Fiera Internazionale del Tartufo bianco d’Alba

In quest’ultima città ci attende la Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba. La città è animata da tante persone che passeggiano per le vie del centro in cerca dei primi regali natalizi; la fiera ci accoglie con un profumo inconfondibile di tartufo (e tanti altri prodotti piemontesi venduti ad ogni banco). Rimaniamo incantati di fronte alle esposizioni di tartufi di ogni trifulao (e ai prezzi esorbitanti) e dobbiamo ammettere che anche la fame inizia a farsi sentire.

Tutta questa voglia di gustare il tartufo bianco viene colmata al Ristorante Marcelin a Montà d’Alba, dove possiamo gustare questi semplici ma buonissimi tagliolini all’uovo e tartufo.

Il castello di Pralormo

La nostra ultimissima tappa di fine tour è il Castello di Pralormo: la tenuta comprende ancora oggi il castello, il parco storico, il giardino fiorito, le pertinenze (l’Orangerie, la Castellana e la serra) e l’azienda agricola, tuttora gestita dalla famiglia anche allo scopo di preservare il paesaggio circostante.

Il castello di Pralormo è abitato dai proprietari ed è una realtà dinamica che offre visite guidate, manifestazioni culturali e programmi per le scuole.

Il percorso di visita prevede le vecchie cantine, la vecchia cucina e la stanza da pranzo del personale (dove si può ammirare una grande collezione di pentole in rame, utensili da pasticcere, la ghiacciaia e tanto altro. Il salone d’onore, una volta cortile interno, la sala da pranzo con una tavola allestita con tovaglia di fiandra delle celebri tessiture di Chieri, le posate in argento, il servizio di piatti in porcellana.All’interno del castello è stato inoltre recentemente inaugurato un nuovo percorso di visita dedicato alla collezione di trenini d’epoca del Conte (e un circuito funzionante che occupa tre sale, con tanto di gallerie scavate nei muri). Impressionante la cura nei dettagli dei treni e l’attenzione degli ambienti attorno.

Il nostro ultimo pernottamento è nelle “Case della Giardiniera“, appartamenti ricavati in quelle che un tempo erano le abitazioni dei dipendenti del castello. Ogni casetta è quindi tematizzata sul personaggio che vi abitava e sul mestiere che faceva. Gli arredi e gli oggetti all’interno sono tutti originali d’epoca, tornati al loro luogo d’origine per vivere nuova vita.

Quest’idea è nata dal desiderio di rievocare le persone, ma anche la volontà di riutilizzare le cose, come elemento d’arredo o decorativo, così che venga ricreata l’atmosfera e si riviva la vita quotidiana di persone dedite al lavoro che hanno contribuito a loro modo a conservare il castello fino ad oggi.

L’appartamento in cui ho pernottato, casa dell’Ortolano, è composto da cucina con zona pranzo, una camera con letto matrimoniale, un bagno con vasca e doccia. L’arredamento ricorda per l’appunto l’ortolano, con i suoi attrezzi del mestiere, ma anche con curiose immagini alle pareti di “personaggi-verdura”, in gran voga in America negli anni 30 (poster che i verdurieri omaggiavano ai clienti). Sopra il letto, cesti di verdura e scola insalata.

Ed è quindi a Pralormo che si conclude il nostro tour alla scoperta delle eccellenze in Piemonte.
Un viaggio sorprendente, in una terra ricca di storia e non solo, dove tante cose già si sanno e a volte vengono date per scontato. Un paesaggio dalle mille sfaccettature, che cambia e si rinnova, ma sempre ancorato alla sua tradizione fatta di enogastronomia, di ricchezza ma anche di duro lavoro nella terra. Un viaggio che ti fa scoprire nuovi modi di conoscere il proprio paese, sviluppando quei sensi che oggi spesso vengono messi da parte: il gusto, il tatto e ultimo ma non meno importante, la vista.

Ringrazio l’Associazione Castelli Aperti, l’ATL di Biella e il turismo delle Langhe e del Roero.

Francesca Guglielmero

Francesca Guglielmero

Nata nel 1992 ad Alessandria, laureata triennale in Comunicazione e magistrale in Informazione ed Editoria a Genova. Scrivo di cucina tipica del territorio, soprattutto piemontese e ligure. Mi occupo di scrittura per il web, creazione di contenuti SEO friendly e fotografia di cibo e still life.

Recommended Articles

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo errore è visibile solamente agli amministratori WordPress

Errore: Nessun feed trovato.

Vai alla pagina delle impostazioni del feed di Instagram per creare un feed.