Questa mattina all’ordine del giorno c’era: fare un giro per Savona con le amiche. Dato che la conosco ancora poco, ho chiesto alle ragazze di portarmi in giro per le vie del centro, finché, infilandoci in un vicolo, una di loro mi dice “Ti va di assaggire la Panissa?”
Io la guardo come se stesse parlando in aramaico, chiedo di spiegarmi cosa sia ma lei e le altre fanno finta di niente. Gira che ti rigira, ci troviamo in un vicolo dove c’era un curioso cartello che ricordavo bene…
Senza pensarci mi infilo in questo stretto vicolo e dopo pochi metri mi ritrovo di fronte all’ingresso di quella che sembra una vecchia cucina di una volta. Mi ha ricordato subito la cucina della mia nonna materna, e anche le padrone ci assomigliavano molto. Sono rimasta incantata, ma non essendo sicura che fosse quello il luogo giusto (dato che non aveva per nulla l’aria di una classica panetteria) ho chiamato la mia amica chiedendole se non avessi sbagliato luogo. Lei sorride rispondendomi che sì, era proprio quello! Entriamo e le due signore ci salutano calorosamente.. io un po’ in imbarazzo dico alla mia amica di fare lei, che io non sapevo nulla sulla Panissa. Lei chiede ovviamente quella che pare essere la cosa più buona che ci sia nella gastronomia ligue.. La focaccetta (O meglio, Fugassetta) con le Fette (di Panissa). Tutta la preparazione mi coglie totalmente impreparata. Non so nemmeno da che parte voltarmi. Aspettiamo che la panissa venga fritta, poi viene salata e infilata abbondantemente in questa focaccetta tonda e bianca.
Una meraviglia!
Io l’assaggio e la prima cosa che mi viene da dire è.. “beh ma è farinata!” ma vengo subito corretta.. no, è PANISSA!
Rimango colpita da quanto sia semplice eppure gustosa e particolare. In fondo è semplice farina di ceci, acqua e sale in una morbida focaccetta. Eppure mi ha colpito molto! Sono queste le cose che adoro, la semplicità, scoprire le cose più “antiche” e tradizionali che rendono Savona una città che adoro ogni giorno di più. Da quello che mi è parso di capire, il negozio che ci ha offerto questa prelibatezza è aperto ormai da anni e anni, è molto semplice e alla mano, per niente costoso e frequentato da chi ama la tradizione.
Non appena avrò tempo tornerò senz’altro da quelle simpatiche persone che grazie alla magia del cibo hanno saputo rendere la mia giornata ancora più bella.
Ringrazio inoltre le mie care amiche e colleghe universitarie che oggi mi hanno accompagnato in questa splendida mattinata di sole. Insomma, grazie! Ora, se permettete, mi mangio la mia Fugassetta!
(Le foto della preparazione della Fugassetta sono state prese da http://www.iliguria.net/savona-i-lingotti-di-panissa/)
Avendo vissuto in provincia di Savona per un anno circa sai che ti dico? pagherei per averne un po’!
Io andrò a prenderne ancora SICURAMENTE! Proprio buona!
Ma che bel mangerino, questa fugassetta!!! Ma un bicchiere di Vermentino del Ponente Ligure io devo dire che ce lo vedrei bene!!!
Nel frattempo ti mando la prima parte di una bellissima poesia di Camillo Sbarbaro dedicata alla tua amata liguria…ma lui era ligure doc!! Alla prossima volta la seconda parte (ma questa è bellissima da sola).
Liguria
Scarsa lingua di terra che orla il mare,
chiude la schiena arida dei monti;
scavata da improvvisi fiumi; morsa
dal sale come anello d’ancoraggio;
percossa dalla farsa; combattuta
dai venti che ti recano dal largo
l’alghe e le procellarie
– ara di pietra sei, tra cielo e mare
levata, dove brucia la canicola
aromi di selvagge erbe.
Liguria,
l’immagine di te sempre nel cuore,
mia terra, porterò, come chi parte
il rozzo scapolare che gli appese
lagrimando la madre.
Via Pia, vero?
Si! La storica panissa di Savona 🙂
Un tempo si trovavano molti posti, anche fuori dal ‘budello’ di vie antiche attorno al vecchio tribunale, in cui facevano la farinata, ma sono quasi del tutto spariti. Savona progredisce e diventa sempre più bella, dimenticando però il proprio passato.
[…] Se si frigge e si imbottisce un panino di pane bianco ecco che si ottiene il panino con le fette. (QUI trovate un post che avevo scritto tre anni fa, raccontando la mia esperienza con la […]